3- Edoardo Gellner: la Colonia di Corte di Cadore (terza parte)

da | Feb 29, 2024 | 0 commenti

Scrive Edoardo Gellner*:

“… La colonia montana è destinata ad accogliere 400 bambini [in seguito ampliata fino a 600], 200 maschi e 200 femmine dai 7 ai 12 anni d’età, in turni di 20 giorni, sia durante le vacanze estive che durante quelle invernali … La particolare conformazione del terreno, che è di notevole pendenza, e le caratteristiche dell’ambiente naturale hanno subito escluso ogni possibilità di realizzare il programma costruttivo della colonia mediante un fabbricato unico, che per la sua mole non avrebbe potuto inserirsi senza disturbo nel paesaggio, né adeguarsi alla configurazione urbanistica del resto del villaggio.

Veduta aerea dell’area occupata dagli edifici della colonia, in primo piano la pista per il pattinaggio a rotelle e i campi da tennis, Villaggio Corte di Cadore; Borca.

Scrive Edoardo Gellner*:

“… La soluzione a padiglioni è sembrata la più opportuna, ed era del resto già implicita nel programma stesso; essa rispondeva, oltre che alle esigenze di carattere tecnico e paesistico, anche a quelle di natura psicologica relative all’educazione del bambino: si voleva creare un ambiente che risultasse dimensionato per il bambino e gli ricordasse, se possibile, la casa; trasferirlo in un ambiente-caserma a lui estraneo lo avrebbe avvilito, soffocandone la personalità. Questa preoccupazione è stata di guida costante nella progettazione: i dormitori, dimensionati per 40 bambini, trovano questi riuniti in piccoli gruppi di quattro; il refettorio di 400 posti è suddiviso in scomparti di 80; gli spazi esterni di soggiorno sono configurati per singole squadre di 40 bambini. È logico che anche l’altezza stessa degli ambienti, la posizione delle finestre ecc. venissero studiati in rapporto alla statura del bambino …”

Disegno del complesso della colonia costituito da 17 padiglioni e collegato da rampe, Villaggio Corte di Cadore; Borca

Interno dell’auditorium che poteva ospitare 600 persone, Villaggio Corte di Cadore; Borca. (foto di Fabio Gubellini, 2018).
Le rampe interne della colonia, Villaggio Corte di Cadore; Borca. (foto di Fabio Gubellini 2016).
Le rampe interne della colonia, Villaggio Corte di Cadore; Borca. (foto di Fabio Gubellini 2016).

La colonia è composta da 17 edifici collegati tra loro da rampe coperte che permettevano di muoversi su diversi livelli senza utilizzare le scale e caratterizzata da soluzioni spaziali e compositive all’avanguardia e a misura di bambino.

Bambini della Colonia ENI durante l’adunanza mattutina davanti al padiglione centrale che ospita la sala grande e l’auditorium della Colonia; Villaggio Corte di Cadore; Borca.
Particolare di un dormitorio della Colonia; foto da Percepire il paesaggio. M. Merlo V. Fois, Skira2004.
Particolare della sala mensa della Colonia; foto da Percepire il paesaggio. M. Merlo V. Fois, Skira2004.

Poco lontano dalla colonia fu costruito un piccolo zoo con animali dell’ambiente dolomitico, e le gabbie per custodire due orsi del Caucaso regalati a Mattei dal leader sovietico Nikita Krusciov.

Fotogramma preso da un video con l’immagine di uno degli orsi nello zoo all’interno della colonia, Villaggio Corte di Cadore; Borca.

Un ulteriore appunto: la Colonia estiva AGIP ed ENI a Cesenatico

Colonia Agip, Cesenatico (Forlì-Cesena), dettaglio prospetto principale. (foto di Fabio Gubellini 2016).
Colonia Agip, Cesenatico (Forlì-Cesena), prospetto principale a ponente. (foto di Fabio Gubellini 2016).

Oltre alle strutture per ospitare bambini e ragazzi in montagna nel Villaggio di Corte di Cadore esisteva anche una Colonia a Cesenatico, in provincia di Forlì, per le famiglie dei dipendenti Agip ed Eni che desideravano una vacanza al mare per i propri figli. L’Agip (Azienda Generale Italiana Petroli), era un’azienda di proprietà pubblica fondata nel 1926 che nel 1953 entrò a far parte dell’Eni (Ente Nazionale Idrocarburi) sotto la direzione di Enrico Mattei.

Inizialmente di proprietà dell’Agip la colonia fu progettata dall’architetto bolognese Giuseppe Vaccaro, uno tra i principali interpreti del razionalismo di Le Corbusier, e costruita nel 1938.

La struttura è costituita da tre edifici principali: in quello centrale vi è un lungo parallelepipedo di cinque piani posto di fronte al mare, in cui sono presenti i dormitori per gli ospiti. Negli edifici laterali, perpendicolari al primo, vi sono i locali di servizio e gli alloggi del personale. Durante la Seconda guerra mondiale l’edificio venne trasformato in ospedale militare e poi occupato dalle truppe. Soltanto al termine della guerra, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, l’edificio tornò ad essere utilizzato come colonia estiva per ragazzi. Attualmente, la colonia è ancora di proprietà dell’Agip-Eni ed è uno dei rari esempi in cui la struttura, ancora in buono stato di conservazione, viene impiegata per lo scopo per cui era stata originariamente progettata.

La foto in evidenza è di Mattia Balsamini.

3- continua

Serenella Minto
Veneziana, liceo artistico e laurea in architettura. Autrice di articoli e saggi di critica d’arte e di un premiato testo di narrativa, ha collaborato con case editrici alla stesura di manuali di storia dell’arte e architettura. Inserita nell'Albo Speciale dei giornalisti del Veneto. Direttore responsabile della pubblicazione di "Veneto Arte". Curatrice dell’archivio dell’artista veneziano Yvan Beltrame.

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