La chiesa, dedicata a Nostra Signora del Cadore, emerge con il suo volume dall’aspetto straordinario dal pendio boschivo dove sono distribuite e nascoste le altre costruzioni. L’edificio è caratterizzato da una copertura a due falde fortemente spioventi sostenuta da una successione serrata di costolature in cemento armato, controventate da cavi d’acciaio tesi in diagonale e si distingue per la verticalità accentuata della sua forma simile ad un triangolo equilatero e da un campanile che, con l’alta guglia in acciaio, dona leggerezza ed equilibrio all’intera composizione. Per questo progetto Edoardo Gellner chiede, nel settembre del 1956, la collaborazione dell’architetto veneziano Carlo Scarpa: ne risulterà un’opera architettonica totale che coinvolge architettura, paesaggio ed arredo e presenta, nell’uso di materiali e nell’illuminazione interna, soluzioni plastiche ed estetiche che fanno di questo edificio un capolavoro dell’architettura religiosa. Interessante è anche la pavimentazione del sagrato con ceppi di legno annegati nel cemento, creando una continua assonanza e contrapposizione fra materiali naturali e artificiali, che sono la caratteristica predominante del progetto.
Tra l’altro, fu la prima chiesa ad avere l’altare rivolto verso i fedeli, anticipando il nuovo rito ecumenico stabilito dal Concilio Vaticano.

Scrive Edoardo Gellner*:
“… A partire dai primi disegni dell’impianto urbanistico, la chiesa è stata collocata in posizione dominante rispetto alle zone residenziali, come terminale del percorso pedonale che collega gli edifici del centro sociale …
La forma architettonica a capanna con falde ripide a 60 gradi, simili a quelle del padiglione centrale della colonia (45 gradi), ha la funzione di evidenziare l’edificio rispetto al suo intorno e di creare un simbolo alla scala del paesaggio, visibile dal basso, dall’esterno e da ogni punto interno del villaggio; elementi unici e caratteristici di questo edificio sono il castello delle campane a giorno e la guglia alta 68 metri …
Per funzioni ridotte o nel fuori stagione è stata prevista una piccola cappella esterna nei pressi dell’ingresso.
In pianta, una leggera traslazione dei piani rende la chiesa lievemente asimmetrica e consente di legare al corpo centrale il battistero, più basso, alla sinistra dell’altare, e il corpo a piramide tronca del campanile, che contiene al suo interno la cantoria, la sacrestia e alcuni locali tecnici …”




Foto in evidenza:
Edoardo Gellner e Carlo Scarpa, chiesa di Nostra Signora del Cadore, 1958, costruita all’interno del Villaggio di Corte di Cadore; Borca.
Per avere informazioni e notizie, storiche e recenti, sull’ex Villaggio ENI Corte di Cadore vi consiglio:
– Progetto Borca; Dolomiti Contemporanee; Gruppo Minoter Cualbu.
– *Testo tratto da: E. Gellner, Percepire il paesaggio. Living Landscape, 2004 Milano.
http://www.progettoborca.net/la-storia-del-villaggio-nelle-foto-depoca/
Scheda a cura di Anna De Salvador. Redazione scheda e foto di Nicola Noro.
Photo: Archivio storico Eni Roma; Studio Gellner.
https://www.youtube.com/watch?v=ysamf71g3Vk
https://www.youtube.com/watch?v=fHOZdt8d3yI
Bibliografia: F. Mancuso, Edoardo Gellner. Il mestiere di architetto, Milano, Electa, 1996.
AA.VV. Edoardo Gellner. Corte di Cadore, Milano, Skira, 2002.
6- continua
0 commenti