La ricerca del ‘genius loci’ nella nostra terra

da | Feb 24, 2024 | 0 commenti

“Terra, non è questo quel che tu vuoi: riemergere invisibilmente dentro di noi?”

Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi, elegia IX.

La nostra esistenza quotidiana è fatta di tante cose, ‘fenomeni’ concreti: animali, persone, alberi, case, fiori, nuvole, luce, pioggia; ma anche ‘emozioni’, che tra i fenomeni risultano le più intangibili ma altrettanto vere (paura, gioia, dolore, ira).

Spiaggia sul litorale degli Alberoni, Lido di Venezia

Le cose reali che costituiscono il nostro mondo, fanno parte di un insieme complesso di fatti ed emozioni che s’intersecano, a volte in modo contradditorio, ma che determinano il luogo delle nostre azioni.

Sentiero lungo il fiume Zero a Mogliano Veneto, Treviso.

Anche il paesaggio è un fenomeno complesso e le cose che lo costituiscono, non sono altro che l’insieme dei fenomeni, e ‘l’ambiente’ in cui trovano posto è chiamato luogo. Qualsiasi avvenimento che noi possiamo immaginare o vedere è legato al suo “luogo” : la neve sopra alle case, la pioggia che batte sui tetti, il trascorrere delle nuvole in cielo, il ticchettio di un orologio …

Il fiume Sile lungo la Restera; Treviso.
Barena in Laguna sud, Località Giare, Mira, Venezia

Il luogo è parte integrante della nostra esistenza, così come le emozioni o i sentimenti che i fenomeni provocano dentro di noi. È uso comune dire che gli atti e gli eventi hanno luogo; infatti è impossibile immaginare qualunque avvenimento senza riferirlo al luogo.

Faggeto nel Bosco del Cansiglio; Treviso.

Ma cosa intendiamo esattamente per “luogo”? Intendiamo un insieme, fatto di cose concrete con la loro sostanza materiale, forma, colore e struttura. Tutte queste cose costituiscono il ‘carattere ambientale’ che è l’essenza del luogo e la sua tipicità, possiamo quindi dire che ogni luogo è definito dal suo carattere o ‘atmosfera’. Nel 1960 Lawrence Durrell scriveva:” Quando cominciai a conoscere l’Europa gustandone i vini, i formaggi ed il carattere dei differenti paesi, cominciai a comprendere che dopo tutto il fattore determinante di una cultura è lo spirito del luogo.” Cos’è questo ‘spirito del luogo’ di cui parla Durell? È ciò che ci permette di capire la qualità di quell’insieme di fenomeni che costituisce il luogo stesso.

Cinta muraria tra i due castelli di Marostica; Vicenza.

I romani inventarono il GENIUS LOCI, la personificazione del luogo: ogni cosa ‘esistente’ aveva il proprio spirito guardiano, il genius. Questo spirito costruisce e dà vita a popoli e luoghi, li accompagna dalla nascita alla morte e determina il loro carattere.

Gli antichi capirono l’importanza vitale di un accordo tra l’uomo e lo “spirito del luogo”, il genius loci della località in cui intendevano abitare, e col quale bisognava venire a patti. Nei tempi passati la sopravvivenza dipendeva da un ‘buon’ rapporto con il luogo, in senso fisico e psichico.

Seravalle, antico borgo di Vittorio Veneto; Treviso.

Il sistema turistico attuale dimostra che la conoscenza di luoghi diversi è uno dei maggiori interessi dell’uomo, sebbene anche questo valore tenda oggi a perdersi. L’uomo moderno ha per lungo tempo creduto che la scienza e la tecnologia lo avessero liberato da una dipendenza diretta dai luoghi. Questa ‘certezza’ si è rivelata un’illusione; l’inquinamento e il caos ambientale sono improvvisamente apparsi come una spaventosa nemesi o vendetta della natura, con il risultato di ricondurre alla sua piena importanza il problema del luogo.

Il filosofo veneziano Massimo Cacciari, a proposito dell’ambiente, osserva: – Quando vedo per strada i manifesti con l’appello “salva la natura” mi viene una grande rabbia. Questo è un ecologismo ingenuo che dà per scontato ciò che scontato non è. Ovverosia il presupposto che sia possibile parlare di natura come di un qualcosa che è fuori di noi. Come se ci fossero due dimensioni: la natura e lo spirito. Da una parte i boschi e le montagne, dall’altra la Cappella Sistina e la Fiat 500. Ma proprio questa è la radice della malattia: dietro la distruzione della cosiddetta natura c’è il presupposto errato della separazione: Una volta compiuto questo passo, il porsi come distruttori o come salvatori della cosiddetta natura diventa del tutto secondario: il guasto è stato già prodotto. Tra gli inquinatori e gli ecologisti ingenui c’è poca distanza. –

Al contrasto natura-spirito, Cacciari contrappone il recupero di Spinoza: un’unità che non è identità ma compenetrazione così profonda che – ogni volta che si indaga lo spirito si ritrova la natura e ogni volta che si indaga la natura si ritrova lo spirito -.

Castello del Catajo, XVI secolo ca. Battaglia Terme, Colli Euganei, Padova.

È per questo motivo che nelle nostre brevi “indagini esplorative” nell’area della nostra città, o dell’ambiente in cui viviamo, osserveremo ciò che ci circonda con maggior attenzione del solito. Cercheremo di “vedere”, oltre alla natura e agli insediamenti umani, se quest’antico rapporto tra uomo e genius loci è tuttora visibile nel paesaggio urbano della nostra città. Soprattutto scopriremo se il nostro grado di ‘orientamento’ è presente nel nostro modo di vedere e capire i fenomeni; oppure se il nostro rapporto con l’ambiente risulta “alienato”, cioè puramente passivo, nei confronti di ciò che ci circonda.

Serenella Minto
Veneziana, liceo artistico e laurea in architettura. Autrice di articoli e saggi di critica d’arte e di un premiato testo di narrativa, ha collaborato con case editrici alla stesura di manuali di storia dell’arte e architettura. Inserita nell'Albo Speciale dei giornalisti del Veneto. Direttore responsabile della pubblicazione di "Veneto Arte". Curatrice dell’archivio dell’artista veneziano Yvan Beltrame.

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