a Palazzo Bomben a Treviso.
“Oltre” è il titolo della mostra fotografica con cui Sandro Palla, in una antologia delle sue opere, percorre i momenti più significativi del suo lavoro, consapevole della rilevante importanza che l’immagine riveste nella società contemporanea e della sua funzione non solo comunicativa.
Egli utilizza la macchina fotografica quale linguaggio privilegiato, non privo di un accento poetico, evitando scientemente di rimanere soggetto alle regole grammaticali proprie della fotografia.
La figura umana colta nei gesti liberi e naturali, gli occhi dallo sguardo spontaneo e profondo, il paesaggio dalle architetture artificiali, sono solo gli elementi iniziali di un processo creativo che attraverso la rielaborazione e la sovrapposizione delle forme, realizza una diversa e nuova dimensione dove il colore con morbide velature o con toni vivaci e accesi investe la composizione destrutturandola, obbligando lo spettatore ad una attenta osservazione, libero di percepire contenuti e significati non necessariamente segnati dall’Autore.
Lionello Zanco

Chi è Sandro Palla?
Sandro Palla nasce a Locarno. Compiuti gli studi classici in Ticino, si laurea in odontoiatria all’Università di Zurigo e si specializza in Svizzera e negli Stati Uniti. Viene in seguito nominato Professore Ordinario all’Università di Zurigo, dove vive e lavora alternando frequenti visite a Treviso. È ora Professore Emerito della sua Università.
La sua fotografia, usata inizialmente come mezzo di documentazione scientifica a fini professionali, si salda alla consuetudine e sensibilità artistica trasmessagli dal padre pittore attraverso uno sguardo indagatore su spazi “diversi” e immagini di bellezza. La curiosità verso la vicenda umana gli permette di cogliere in profondità, sotto i vari cieli, figure, volti e costumi.
Sandro affina poi il suo talento fotografico mediante frequentazione di corsi e di workshop di rilievo, anche con Steve Mc Curry in un suggestivo viaggio in Etiopia.

Ha esposto in Italia e all’estero riscuotendo notevole interesse.
Alla fine dell’esperienza accademica, la sua fotografia cambia, perdendo il carattere documentaristico per entrare in una dimensione dove la macchina fotografica diviene lo strumento per catturare scatti che verranno poi scomposti e riorganizzati in “suggestioni cromatiche”. Le composizioni, attraverso la sovrapposizione e l’intersezione di soggetti e di piani diversi, a volte sfocati, creano contrappunti cromatici spesso evanescenti. Le immagini, così, vanno oltre la percezione superficiale della realtà che viene filtrata e frantumata in un infinito gioco dinamico di linee, luci e colori che assurgono al valore di una visione concettuale.
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